Il Rischiatutto
Dopo alcuni clamorosi flop di Mike Bongiorno come Caccia al numero del 1967 e Gioco in famiglia dell’anno successivo, il presentatore non gode più della stima e della fiducia di alcuni funzionari della Rai, che non vogliono incontrare il presentatore quando questi chiede di essere ricevuto per poter presentare il suo nuovo progetto. Casualmente incontra il dirigente Carlo Fuscagni e quando gli parlerà della sua idea questi si dimostrerà entusiasta, tanto da avviare immediatamente la macchina organizzativa del programma che sarà destinato a diventare il quiz più importante della storia della televisione italiana: Il Rischiatutto.
Il gioco, ispirato al format americano Jeopardy, quiz della televisione americana NBC, inizia il suo percorso il 5 febbraio del 1970, nella consueta collocazione dedicata ai quiz del giovedì sera sul Secondo Programma, andando in onda, però, per sottolinearne l’importanza, dal Teatro delle Vittoria in Roma. Per la prima volta accanto al presentatore c’è una valletta non solo “parlante”, ma che addirittura viene coinvolta nei dialoghi. La nuova assistente televisiva, doveva essere il prototipo della donna moderna, e oltre ad avere un bel fisico doveva esprimersi bene. La scelta ricade, perciò, su Sabina Ciuffini, che conquisterà il pubblico soprattutto per le sue minigonne vertiginose, che rappresentano una grande novità per la televisione e che spesso attirano i rimproveri di Mike. I tre concorrenti che partecipano al quiz, rispondono sia a domande su proprie materie, sia a quelle disposte su un grande tabellone diviso per argomenti di vario valore, dove è nascosto tra le altre il “jolly” e il “Rischio” che consentono repentini “colpi di scena” modificando e capovolgendo completamente la classifica e il montepremi dei tre giocatori, che si giocano nella fase finale del raddoppio. Colui che si ritrova alla fine la somma di denaro più elevata, diventa il campione.
Particolarmente innovativo e determinante nel destare l’interesse del pubblico verso la trasmissione è l’inserimento nel “tabellone elettronico”, elemento del tutto inedito rispetto anche alla versione americana e ideato e voluto da Mike. Proprio questa innovazione, però, impedisce che il programma venga trasmesso in diretta. La tecnologia dell’epoca impone, infatti, dopo la scelta della domanda da parte dei concorrenti, l’interruzione della registrazione per permettere il montaggio del filmato corrispondente nel tabellone. Il successo è incredibile, tanto che arriva a toccare i 31.900.000 telespettatori nella finale del 10 giugno del 1974. Anche se viene montato successivamente alla registrazione, nel programma vengono lasciati gli imprevisti e le celebri gaffe di Mike Bongiorno, che ne hanno aumentato la popolarità. In questa trasmissione, in particolare, Mike non si risparmia. Proprio queste gaffes avrebbero dato luogo ad una vera leggenda metropolitana televisiva che avrebbe visto come protagonista la campionessa la signora Longari, alla quale, dopo aver sbagliato una domanda, Mike si rivolge esclamando: «Ahi ahi ahi signora Longari, lei mi è caduta sull’uccello!». In realtà, questa frase non risulta mai essere stata pronunciata. A parte il fatto che un’esclamazione del genere avrebbe comportato pesanti conseguenze per Mike e per la trasmissione, ma soprattutto perché la Longari si presenta sulla storia romana, e non sull’ornitologia. Dunque, non vi è stata mai “nessuna caduta sull’uccello” e la famosa frase, almeno in video, non è mai stata pronunciata, ma ha difatti, contribuito ad alimentare negli anni il mito della trasmissione.
Più di trent’anni dopo, a causa della rottura, non senza polemiche, tra Mike e Mediaset, che decide di non avvalersi più della presenza del conduttore nelle sue trasmissioni, il programma sarebbe dovuto ritornare in onda, nel 2009, sulla tv a pagamento Sky, con il titolo RiSKYtutto, ma la scomparsa improvvisa di Mike a pochi mesi dal suo ritorno, fa annullare del tutto il progetto. A dimostrazione di quanto la trasmissione continui a mantenere inalterato il suo fascino, si pensa più volte di riprenderla, da quello che è considerato l’erede di Bongiorno, avendolo lui stesso insignito di tale titolo: Fabio Fazio. Il conduttore, pensa di riproporre il quiz su Raitre, il giovedì sera, rimanendo inalterato lo stile vintage dello studio e dell’atmosfera, rendendo Mike ancora presente nel quiz, con domande che lo stesso presentatore rivolge ai concorrenti, ripescandole tra gli archivi del programma. Ma seppure gli ascolti premiano tale scelta, ovviamente il quiz non è più lo stesso. Non solo per l’ovvia e insostituibile mancanza di Mike che ne è stato l’anima, ma soprattutto perchè il Rischiatutto è stato rivoluzionario proprio per il suo ritmo dinamico e svelto che lo contraddistinguevano dagli altri giochi dell’epoca e che si consumava in poco più di un’ora di trasmissione rendendola ancora più sprint. Purtroppo Fazio con il suo stile flemmatico, disperde tale energia, rallentando naturalmente i tempi di un gioco che per sua stessa natura deve essere dinamico e grintoso, ma soprattutto perchè la trasmissione viene allungata per ore, per coprire un’intera serata, con l’introduzione di ospiti e personaggi all’interno dello stesso che ne appesantiscono le dinamiche, rendendola di fatto noiosa e pesante, svilendo, quindi, l’essenza del quiz. Difatti, rimarrà un esperimento unico, visto che non verrà più riconfermato. Ma va comunque dato merito al conduttore torinese di aver fatto conoscere alle nuove generazioni uno dei programmi più riusciti della televisione e di aver fatto rivivere uno dei suoi personaggi più amati.