Miss Italia finisce qui?

Si prospettava una celebrazione davvero particolare! Infatti, il celebre concorso, nato nel 1939 e chiamato all’epoca 5000 lire per un sorriso da un’idea di Dino Villani poi diventato dopo il termine della Seconda Guerra Mondiale Miss Italia, quest’anno compie 80 anni. Ci si immaginava una grande festa vista l’occasione per la manifestazione che ha regalato al cinema e alla televisione grandi protagoniste che hanno lasciato un segno indelebile nel mondo del cinema e della televisione come Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Silvana Mangano e Pampanini, fino alle più recenti Martina Colombari, Anna Valle e Miriam Leone. Invece contrariamente alle attese, pare che Miss Italia sia sparita nell’oblio televisivo proprio al traguardo di quest’importante anniversario. Ricordiamo che dopo il suo debutto avvenuto in televisione nel 1979 su varie emittenti locali, passa poi a Canale 5 per approdare stabilmente in Rai, dove diventa il regno incontrastato di Fabrizio Frizzi che con le sue 14 conduzioni detiene il record di edizioni presentate. Un matrimonio tra la Rai e il concorso di Mirigliani, che ne prende le redini nel 1959, che sembrava indissolubile, eppure qualcosa si incrina già nei primi anni duemila quando l’allore direttore di Raiuno, Fabrizio del Noce, in diretta televisiva denuncia di annoiarsi con conseguenti polemiche da parte del conduttore Frizzi che sarà il preludio di una spaccatura che durerà anni tra lui e la televisione pubblica. Nonostante la successiva conduzione di Carlo Conti che ridà slancio alla manifestazione, la Rai nel 2012 decide clamorosamente di non trasmettere più il concorsone con il rischio di non vedere più in onda l’elezione della più bella d’Italia. A risolvere il problema accorre l’editore Urbano Cairo che decide di dare spazio alla bellezza delle Miss sulle frequenze della sua rete La7. Negli anni successivi la conduzione si alterna tra Francesco Facchinetti e una sempre grintosa Simona Ventura, che fanno presumere che Miss Italia abbia trovato una nuova e definitiva casa. Invece, come un fulmine a cile sereno, proprio colui che aveva salvato il concorso anni addietro, alla presentazione dei palinsesti della sua televisione seccamente afferma che per lui “Miss Italia finisce qui”, richiamando il famoso e fortunato slogan di Carlo Conti quando era alla conduzione della manifestazione in Rai. A pochi mesi dalla consueta messa in onda, nella quale viene proclamata la reginetta d’Italia, questa notizia manda nello scompiglio gli addetti ai lavori e gli stessi telespettatori, visto che la manifestazione non risulta essere presente nei palinsesti di nessun’altra televisione. Insomma, proprio in occasione dell’ottatensimo compleanno Miss Italia rischia di sparire. Inoltre, si aggiungono anche altri particolari che non fanno ben sperare. Infatti, pare che la società Miren, che fa a capo alla figlia di Mirigliani, Patrizia, subentrata al papà nel 2002, che si occupa dell’evento, sembrerebbe costretta alla stasi poichè il Consorzio Gruppo Eventi, che si è occupa della produzione di alcune finali di Miss Italia, abbia richiesto la condanna della Miren al pagamento di 1,3 milioni di euro. La società di Patrizia Mirigliani ha così portato il contenzioso davanti al Tribunale di Roma, che, nel corso dell’estate, dovrebbe emettere la propria sentenza. Insomma davvero una situazione ingarbugliata che rischia di paralizzare ancora di più una concreta messa in onda della manifestazione. Ovviamente la macchina organizzativa non si ferma, visto che si stanno eleggendo le Miss Regionali in attesa della finale che dovrebbe avvenire come di consueto a settembre. Dopo il rinnovato disinteresse da parte dei principali poli televisivi, sembra che la rete Fox, in queste ore si sia resa disponibile per un’eventuale trasmissione dell’evento, nella speranza che le contrattazioni vadano a buon fine. Nonostante questi incresciosi intoppi e nonostante molti ritengano anacronistico un concorso come quello di Miss Italia, va anche detto che lo stesso nel corso di tutti questi anni ha saputo leggere e raccontare i vari mutamenti sociali, civili e culturali del nostro Paese, come ad esempio l’abolizione delle misure standar delle ragazze e la possibilità di partecipazione anche per le donne spostate e madri. Anche se non è più un evento di richiamo, comunque fa parte della storia del costume e dello spettacolo italiano e certamente dovrebbe in qualche modo trovare una sua giusta collocazione. Ovviamente non spalmando l’evento in più serate come avveniva ai tempi d’oro, ma magari, anche solo una seconda serata per non interrompere una tradizione e per dare ai telespettatori la possibilità di essere ancora una volta testimoni di un pezzetto di storia.

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