Desidero invecchiare con la passione per la Carrà
Pietro Valicenti creatore del Salotto di Raffaella racconta i suoi progetti e la sua passione per la Carrà
Una dimostrazione che Raffaella Carrà sia sempre stata seguita da un pubblico trasversale comprensivo di tutte le fasce di età è data da un particolare ammiratore, Pietro Valicenti, che con la sua passione per la Signora della Televisione è riuscito a creare, sin da giovanissimo, non solo un punto di aggregazione virtuale per tutti gli aficionados dell’iconica showgirl, Il Salotto di Raffaella, ma anche un riuscitissimo evento dal titolo “A raccontarla comincia tu” che ha richiamato l’attenzione sia degli estimatori della Raffa nazionale, sia di semplici cuorisi che hanno voluto immergersi nell’immenso mondo della star. La manifestazione, che si è svolta nella città di Cosenza, è stata una tre giorni ricca di conferenze, mostre, balli e giochi, completamente dedicata all’indimenticata Regina del Tuca Tuca, ed è stata l’occasione per conoscere meglio Pietro, giovane biologo, che ha fatto della Carrà un motore della sua vita.
Pietro, da dove nasce la tua passione per Raffaella?
Provengo da un piccolo paese in provincia di Potenza, quindi, un contesto non propriamente inclusivo. Infatti, ho vissuto un’adolescenza difficile subendo attacchi di bullismo e omofobia da parte dei miei coetanei. Pertanto, avevo pochissimi amici. I veri problemi, però, sono iniziati quando il mio fratellino più piccolo, Giuseppe, si è ammalato gravemente ed è stato costretto a girare diversi ospedali d’Italia per curarsi. Mi sono ritrovato ancora più solo e triste. Ma, il mio fratellino poco prima di partire per uno dei suoi ultimi viaggi, mi ha regalato un cofanetto con le sigle di Raffaella, il famoso Raffica, con cui ho iniziato a conoscere la Carrà. Raffaella, insomma, è stata la mia ancora di salvezza.
Da quel momento cosa ha rappresentato Raffaella per te?
E’ diventata un’amica, una figura presente su cui potevo contare sempre. Addirittura, in alcuni momenti, ne potevo quasi percepire la presenza fisica, quasi come se Raffaella attraverso lo schermo mi tendesse la sua mano per trascinarmi in un mondo fatto di colori, di musica, di gioia, aiutandomi a lasciare fuori tutti i pensieri negativi e a volare con la fantasia. Un mondo parallelo nel quale rifugiarmi nei momenti più bui, soprattutto dopo la scomparsa di Giuseppe.
E cosa hai fatto?
Ho approfondito il personaggio di Raffaella perché quelle sigle mi hanno incuriosito tantissimo e ho scoperto che Raffaella non era soltanto Carràmba, visto che i miei primi ricordi della Carrà sono legati all’edizione del 1999 di quel programma. Le mie prime immagini sono quelle di Raffaella che scende da una scalinata cantando E salutarla per me. Successivamente, ho cercato quel video, perchè addirittura pensavo che fosse frutto della mia immaginazione. Ma, quando l’ho trovato è stato emozionantissimo perché era proprio come me la ricordavo. E da lì ho scoperto che Raffaella prima di Carràmba è stata una popstar internazionale che aveva solcato i mari e gli oceani conquistando i popoli di tutto il mondo.
Come sei ruscito a documentarti?
Uno strumento fondamentale è stato YouTube ed è anche per questo il motivo per il quale costantemente carico materiale lì, perché credo sia un mezzo importante per le nuove generazioni, per attingere a contenuti del passato della televisione e dello spettacolo italiano. Poi, ho iniziato ad interfacciarmi con altri fans di Raffaella acquistando e scambiando materiale vario e a scoprire che la Carrà, oltre ad essere una bravissima intrattenitrice, è stata anche una giornalista umile che sapeva arrivare alla gente utilizzando un linguaggio semplice e comprensibile.
Quindi ha iniziato a collezionare tutto della Carrà?
In realtà, ero più interessato ai video che ho iniziato a raccogliere dal 2010, e non tanto ai dischi. Essendo figlio della generazione degli mp3 non mi interessavano. Poi, mi vennero regalati dei vinili e ho scoperto la bellezza del supporto fisico e soprattutto le copertine fantastiche che avevano. Ho cominciato a rivalutarne il suono e a collezionare, anche, musicassette e riviste. Quest’ultime poi, le ho apprezzato ulteriormente perchè mi permettevano di scoprire la vera storia di Raffaella, il suo vissuto, il suo lavoro e il suo percorso che l’hanno portata ad essere una pioniera nel suo genere, una donna che è riuscita a trovare una sua dimensione in un mondo totamente maschilista. Infine, nel periodo della pandemia, in cui mi sentivo particolarmente solo, ho iniziato a collezionare anche i suoi costumi di scena.
Qual è l’oggetto della tua collezione a cui sei particolarmente legato?
Credo di avere circa 153 LP e 45 giri, poche musicassette, perchè è un supporto che ancora non riesco ad apprezzare, tantissimi articoli di giornali, anche degli anni ’60. Mi piace ricordare un curioso articolo di Tv Sorrisi e Canzoni, in cui una Raffaella appena diciottenne parla del suo esame della patente. Ma l’oggetto a cui tengo particolarmente è un body di Luca Sabatelli indossato da Raffaella a Fantastico 3 con cui canta Sei un bandito.
Sei riuscito a concretizzare la tua passione per Raffaella in maniera anche efficace…
Ho pensato che fosse molto utile e importante far conoscere quello che ha fatto Raffaella, caricando, perciò, su Youtube, il canale Il salotto di Raffaella, filmati che fino a qualche anno fa non erano disponibili su nessuna piattaforma. E’ stato dato modo così, anche alle nuove generazioni, di far capire chi fosse davvero Raffaella, oltre al Tuca Tuca, Rumore e a Tanti Auguri. Da quest’anno, poi, Il salotto di Raffaella è diventato anche un’associazione culturale che ha come fine, senza scopo di lucro, animati semplicemente dall’amore per Raffaella, il recupero di materiale, per valorizzarlo, e soprattutto per condividerlo. Ad esempio la mostra, che rientra nell’evento A raccontarla comincia tu è un momento gratuito di aggregazione e condivisione per dare la possibilità a tutti di avvicinarsi al mondo di Raffaella.
Un evento che a Cosenza ha visto molta partecipazione e che si spera non termini qui…
Il mio desiderio è quello di continuare a far conoscere e a far parlare di Raffella con altri eventi, non solo in Calabria, ma anche in altre regioni d’Italia, sempre gratuitamente. Il mio unico fine è quello di continuare a considerare Raffaella la mia amica, colei che mi ha aiutato nei momenti difficili e a preservare questa visione che ho di lei anche negli anni a venire. Vorrei invecchiare con questa passione e con questo amore che ho per Raffaella.
E se ora ti stesse ascoltando cosa le diresti?
Le direi: “Guarda un po’ che cosa sto facendo per amore! Per te sono riuscito sviluppare la voglia di condivisione, a superare il timore di rovinare dei pezzi della mia collezione, a sconfiggere la paura di parlare in pubblico” (Pietro si emoziona più volte, ndr).
Tu hai mai incontrato Raffaella?
Ho avuto l’opportunità di incontrarla a Milano al firma copie di Ogni volta che è Natale. Per l’occasione avevo acquistato il biglietto per il viaggio in aereo. Avevo programmato tutto, ma la sera prima mi rendo conto che forse non sarei arrivato in tempo alla Mondadori ed incontrarla. Così, preso dall’ansia, ho deciso di fare il viaggio in pullman dalla Calabria a Milano, assieme al mio compagno Silvio, che mi supporta in ogni occasione. Siamo arrivati in tempo e dopo una fila lunghissima, sono arrivato davanti a lei e la prima sensazione che ho avuto è stata quella di averla vista tridimensionale, mi sembrava un personaggio di fantasia, ma trovandomela davanti ho realizzato che Raffaella esisteva veramente. Ero talmente emozionato che sono riuscito a dirle solo “Ciao Raffaella”. Ho percepito tanta emozione anche negli suoi occhi ed ho capito che, nonostante fosse una star internazionale, era una persona molto timida ed era davvero emozionata di incontrare tutte le persone arrivate lì apposta per lei. E’ stata lei a prendermi la mano, a farmi l’autografo, una foto e gli auguri di Natale. E’ stato tutto così veloce e magico che al ritorno a casa mi sembrava solo di aver sognato.
Invece, era tutto reale. Tanto che poi c’è stata una continuazione….
Non le ho mai scritto perchè temevo di dire le stesse cose che le scrivevano gli altri, perciò non volevo annoiarla. Mi ero ripromesso di farlo solo nel momento in cui avessi avuto qualcosa di serio da dirle. Così, quando ho realizzato il primo gadget del Salotto di Raffaella, un canlendario che prendendo spunto dalle sue canzoni trattava temi come la sessualità e la prostituzione, le ho inviato due copie con un pennarello per farmi scrivere qualcosa. Quindi una doppia copia, una per me, l’altra per lei. Qualche mese dopo, mi arriva un pacco con la mia stessa carta, che evidentemente Raffaella, essendo molto virtuosa, mi aveva riciclato. Ma per farmi uno scherzo aveva avvolto il calendario in un triplice strato di carta, quasi a voler rendere quel momento di attesa il più lungo possibile. Quando, poi, ho visto il calendario con la sua dedica, ero la persona più felice del mondo.
Raccontami del giorno in cui Raffaella è mancata..
Stavo preparando un esame e di solito, dopo il mio riposino pomeridiano, ho l’abitudine di controllare sempre i commenti sotto i video che carico su YouTube. In uno di questo ho letto tre lettere: RIP. Al momento ho pensato alla solita fake news, ma cercando in rete ho trovato mille articoli che parlavano della scomparsa di Raffaella. In quel momento ho sentito come se mi mancasse una colonna (Pietro si commuove, ndr). Non ho avuto la forza di andare ai suoi funerali, soprattutto perchè mi avrebbe dato fastidio vedere la gente cantare le sue canzoni, mentre io ero profondamente triste. Non sono credente, sono un biologo, un uomo di scienze, ma sono convinto che Raffaella non morirà mai, perchè vivrà attraverso la sua musica, le sue canzoni, i suoi balletti e i suoi programmi.
Un messaggio che vuoi dare a chi segue Raffaella?
Mi sento di dire di prendere esempio da lei. Di essere professionali come lei. So che questa è una parola che non le piaceva, perché diceva che essere professionali è il minimo. Ma, viviamo anche in un paese in cui la professionalità non è scontata. Quindi, di prendere il lavoro seriamente, impegnarsi fino in fondo.
Un messaggio che, invece, Raffaella avrebbe voluto dare ai suoi ammiratori?
Di cercare la leggerezza e l’allegria nelle piccole cose che ci circondano. Di non essere magari invidiosi, e soprattutto, di essere persone coerenti e concrete.
Un motivo per seguire Il Salotto di Raffaella?
Dico, innanzitutto, a tutti, di venirci a trovare. Il Salotto, così io lo chiamo, è un posto virtuale meraviglioso in cui si può avverare la magia di incontrare Raffaella. Si ha l’opportunità di far entrare ancora una volta Raffaella nelle nostre case rivivendo quelle emozioni e quel fascino che solo Raffaella è capace di ricreare .
Dove si può trovare il Salotto di Raffaella?
Allora, Il salotto di Raffaella è sia su facebbok che su instagram, ha un indirizzo email a cui chiunque può scrivere, non solo per parlare di Raffaella, ma anche per avere un supporto morale. Infatti, tra le altre cose, abbiamo attivato anche un sistema di supporto per le persone che vivono momenti difficili. Come chi, ad esempio, racconta di essersi sentito smarrito dalla perdita di Raffaella. Queste persone verranno indirizzate a dei professionisti, una rete di psicologi che ci aiutano, molti dei quali provenienti dall’Arci di Cosenza. Ovviamente c’è, poi, il nostro canale YouTube dove si possono trovare più di 500 filmati. Inoltre, tra poco, vedrà la luce il nostro sito web dove si potranno trovare notizie sul personaggio e ricreare una sorta di enciclopedia da consultare con facilità e comodità tutte le volte che si desidera.