Gli autori Tv: il lato oscuro di un mondo a technicolor

Per un uomo al timone di un programma TV, più di cinquanta “maestranze” attorno a lui. Tra registi, scenografi, truccatori, parrucchieri, redazione, direttori di studio, produttori, ma soprattutto gli “autori”, lasciati per ultimi in questa lista perché sono proprio loro i protagonisti di quello che si vuole raccontare.

Tanti sono gli autori, tra i grandi del passato e del presente, come Marco Zavattini, Paolo Taggi, Enrico Vaime, Michele Guardì, Vito Molinari e Irene Ghergo. Certamente, una lista infinita, ma il preferito di chi scrive, rimane Jocelyn Hattab, autore, regista e creatore di format come Il grande gioco dell’Oca e Reazione a catena, solo per citare qualche esempio. Formidabile la sua Caccia al tesoro, un programma che può classificarsi come precursore di Pechino Espress. Jocelyn è stato, senza dubbio, un innovatore nel genere del game tv.

Tanti sono gli episodi legati agli autori televisivi, come quello accaduto nel programma Pronto, chi gioca? (1985-1987). Giancarlo Magalli, che fino a quel momento era autore di quella trasmissione e di altre di successo, sostituisce per un breve periodo alla conduzione Enrica Bonaccorti. Da lì in poi, Magalli diventa più presente davanti alle telecamere fino a diventare anche conduttore.

Ancora, nel Grande Fratello Vip del 2018, durante una puntata, alla quale assistetti, e dove avvenne un duro e famoso scontro tra Ilary Blasi e Fabrizio Corona, Max Novaresi, nome forse poco conosciuto ai più, ma di grande valore autoriale con innumerevoli programmi all’attivo, da Striscia la notizia a Scherzi a parte, da XFactor ad Affari tuoi, tra gli autori di quella edizione, si sbracciava per dare indicazioni risultando, perciò, di fondamentale aiuto per la Blasi.

Proprio per capire e approfondire il ruolo dell’autore, ne ho intervistato tre del panorama televisivo, chiedendo semplicemente dei loro inizi e di qualche trasmissione creata da loro.

Massimiliano Canè, autore, programmi televisivi RAI.

Quale è stata la tua prima trasmissione televisiva come autore?

Risposta complessa, ma dico: Ci vediamo in TV di e con Paolo Limiti. Complessa perché, in realtà, una serie di casualità mi hanno portato a fare da consulente per questa trasmissione, grazie alla mia tesi nel 1999 su Alighiero Noschese.

Come hai iniziato quindi a scrivere e creare progetti?

Se da un lato, Paolo Limiti mi ha dato spazio nel suo programma, dall’altro io volevo far parte di questa “scatola magica” che era la tv. Benché impegnato in altri ambiti lavorativi, ho cominciato ad osservare, copiare e immagazzinare tutto quello che succedeva dietro e dentro la tv e ho cominciato a scrivere da esterno, in vari programmi partendo da consulente per arrivare ad essere programmista, e infine autore.

Ma veniamo al programma Techetechetè, uno dei programmi cult delle estati RAI 1. Tu sei uno degli autori di svariate puntate straordinarie come quelle su Mina, Franca Valeri e l’ultima puntata di questa stagione con Raffaella Carrà e Loretta Goggi. La domanda è, quante ore e giorni, ci vogliono per montare una puntata di Techetechete?

Faccio un conteggio diretto. Otto anni che collaboro al programma. Per una puntata ci vogliono 5 giorni per la ricerca del materiale, 5 giorni per il montaggio effettivo, tutto questo in 8 ore lavorative al giorno. Nei 5 giorni del montaggio sono costretto a chiudermi nella stanza della redazione e isolarmi con le cuffie, devo assolutamente concentrarmi per creare e raccontare.

Carmine D’Andreano, autore per la società di produzione Endemolshine Italy dal 2001 e dal 2011 autore del programma su Canale 5 di Avanti un altro. Ma in passato ha anche fatto collaborazioni con programmi targati RAI.

Come hai iniziato?

Ho iniziato casualmente dopo essermi trasferito a Roma nella speranza di fare il pianista classico, volevo immergermi nel mondo musicale, la mia prima passione. In questa ricerca mi sono ritrovato invece “trasbordato” negli ambienti televisivi.

Le prime idee, le prime scritture?

I primi sviluppi di idee scritte per un programma tv, nel senso di stesura completa di una sceneggiatura, potrei farli risalire al 2006 con il programma Il Treno dei desideri su Rai 1 condotto da Antonella Clerici.

Come nascono le idee?

Le idee nascono dalla curiosità e dal mondo che ci circonda e poi vengono adattate alle nostre esigenze.

Qual è stata la tua prima trasmissione televisiva come autore?

La mia prima trasmissione è stata Operazione trionfo suItalia 1, condotta da Miguel Bosè.

Manuel Bartolini, autore, anchorman, per Radio Cusano tv. Molti i programmi all’attivo da Verso sera a Di cotte e di crude.

Quando è iniziata la passione dello scrivere e creare progetti che poi ti hanno portato in tv?

La passione nasce da piccolo vedendo la tv con mia nonna Angela. Il pomeriggio c’era un bellissimo programma di Paolo Limiti, interviste, musica, cultura, aneddoti.

Quale consideri il tuo primo programma in assoluto come autore?

Il primo programma a cui ho lavorato era un programma di medicina per Tv2000 come autore, mentre da conduttore il mio primo programma è stato Di cotte e di crude, interviste con vip tra i fornelli.

Dove trovi le idee per creare qualcosa di originale?

Le idee nascono dagli spunti per strada, in vacanza, dopo l’allenamento. Se mi chiedi che lavoro faccio rispondo sempre così: “sono uno che si guarda intorno e racconta quello che vede”.

Tu fai radio e tv, ma quale è la vera differenza?

Sono due linguaggi diversi. Oltre al fatto che in tv hai le immagini mentre in radio le devi raccontare e farle immaginare, andando a toccare le corde emotive degli ascoltatori.

Insomma, se tanti importanti conduttori come Amadeus, Carlo Conti, Antonella Clerici e Mara Venier riescono ad ottenere tanto sucesso, lo devono non solo alla loro bravura, ma anche e soprattutto al lavoro dei loro autori.

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